Guardo M. in equilibrio sul ciglio del proscenio,
sotto di lui un metro e mezzo di dislivello dalla platea.
È sudato.
Cade.
Risale e ricomincia.
Va avanti così da 20 minuti.
Tra poco sarà così stanco che i muscoli della faccia si rilasseranno,
perché non servono per stare in equilibrio,
tra qualche minuto farà solo l’azione di non cadere, tutto si organizzerà di conseguenza.
È diventerà Scena.
Tocco la mia fronte, e una macchia rossa rimane sulla mia mano.
Cado.
Sono disteso sul palcoscenico, sopra di me la graticcia e le luci di servizio accese, i fari spenti sospesi sulle americane.
Una bella prospettiva.
Il pubblico questo non lo vede mai.
Ci sono sempre due spettacoli: quello che vede il pubblico e quello che vedo io.
Le sagome delle persone nelle prime file che prendono la luce del palco di riflesso
le indicazioni delle uscite di sicurezza
le quinte con 20 attori stipati come anime sul ciglio dell’Acheronte
“pronti a trapassar lo rio”.
Il pubblico vede la mia faccia coperta di sangue,
io guardo il rossetto che nascondo tra le dita.
Io in questi due mesi ho visto miracoli
piccoli, semplici,
ché quelli grandi li lasciamo a chi di competenza.
Sotto i capelli sudati, sotto la pelle che poco prima hai spolpato con una forchetta in una scena di cannibalismo, dietro agli occhi che hai incrociato Mille e una volta in due mesi di lavoro,c’è un universo.
Qualcuno mi ha detto che il palco è sacro,
una specie di tempio.
A me sembra più un trampolino per universi.
Questo post è stato scritto dall’ attore Federico Brugnone
Federico Brugnone è attore e regista. Si diploma in recitazione presso l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” . Tra i suoi maestri Valerio Binasco , Carlo Cecchi e Anna Marchesini. E’ Osip nel “Revisore”, regia di Giovanni Scacchetti, spettacolo che debutta a Mosca all’interno del IV Festival Internazionale “Tvoj shans”. E’ Oberon nel Sogno di una notte di mezza estate con la regia di Carlo Cecchi, spettacolo con cui viaggia dal 2009 al 2011 per una lunga tournée in Italia e all’estero. Due volte Vincitore del Premio Scenario Infanzia (nel 2010 come attore nello spettacolo “Hansel e Gretel” e nel 2012 come regista e autore dello spettacolo “John Tammet Fa Sentire Le Persone Molto Così :-?”). Maestro d’armi per La dodicesima notte e Amleto del Teatro Stabile delle Marche, lavora in televisione in fiction e film per Rai1 e Rai3 e adattamenti per la TV di testi teatrali come La festa di Spiro Scimone . Attualmente è Estragone nel Waiting for Godot dell’ATAM, Clown in Il macello di Giobbe, prima produzione del Teatro Valle Occupato, testo e regia di F. Paravidino e Antonio ne La dodicesima notte, regia di Carlo Cecchi per il Teatro Stabile delle Marche.