Alla base della vita culturale del nostro tempo, sta l’esigenza di ricordare una “patria” e di mediare, attraverso la concretezza di questa esperienza, il proprio rapporto col “mondo”.
Coloro che non hanno radici, che sono cosmopoliti, si avviano alla morte della passione e dell’umano: per non essere provinciali, occorre possedere un villaggio vivente nella memoria, a cui l’immaginazione e il cuore tornano sempre di nuovo e che l’opera di scienza o di poesia riplasma in voce universale.
Renzo de Martino
Questo post è stato scritto dall’attore Jacopo Venturiero
Jacopo Venturiero nasce a Roma nel 1985. A 21 anni si diploma all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico, studia il metodo mimico del Maestro Orazio Costa e si perfeziona con i Maestri Anatoli Vassil’ev e Jean-Paul Denizon. Dall’età di dieci anni lavora nel Cinema e nelle più importanti serie tv di prima serata, per Rai 1 e Canale 5.
In Teatro è impegnato in ruoli principali, al fianco di attori quali: Massimo Popolizio, Franco Branciaroli, Giorgio Albertazzi, Lina Sastri, Manuela Mandracchia e con registi come: Lorenzo Salveti, Maurizio Scaparro, Claudio Longhi e Antonio Calenda, con cui ha recentemente interpretato il ruolo di Christo in Passio Hominis – Rappresentazione della Passione. Nel 2014 debutta in prima nazionale con lo spettacolo Cock di M. Bartlett, per la regia di Silvio Peroni.
Tra i tanti ruoli è stato: Ferdinando ne La Tempesta di W. Shakespeare, Andrea Sarti in Vita di Galileo di B. Brecht, Hermes in Prometeo incatenato di Eschilo (al Teatro Greco di Siracusa), Jorgen Tesman in Hedda Gabler di H. Ibsen.
Nel 2006 riceve una menzione speciale al premio Hystrio alla vocazione.
Jacopo Venturiero è anche doppiatore, collabora con la casa editrice Il Narratore audiolibri (con cui ha realizzato, tra gli altri, L’ultimo giorno di un condannato a morte di V. Hugo) ed è stato una delle voci ufficiali della trasmissione di Radio Rai 3 Damasco.