Fine primo atto – intervallo

Fine primo atto - intervallo

Io ho un quaderno, una specie di diario in cui riporto tutte le indicazioni, i commenti, le opinioni, i pensieri che emergono durante il lavoro. In sei settimane ho raccolto sufficiente materiale per poter scrivere un libro (e probabilmente un giorno lo farò).

Voglio però dedicare poche righe a quelle piccole cose inaspettate che hanno reso questo periodo, già di per sé un bagaglio di esperienze preziose, un frammento di vita unico e irripetibile.

Voglio dire GRAZIE (in ordine volontariamente sparso):

Al contest del prosciutto truccato.

Ai tossici che giocano a biliardino.

Alle dirimpettaie.

Alla casa Provinciale e le sue regole, a chi le infrange dopo dieci minuti.

Alla mamma che ci porta in giro la notte.

Alle rotture spazio – temporali.

Ai bomber che si godono a bomba!

Alla signora bergamasca che ti aiuta a condire la pasta con le erbette.

Ai bulli di periferia.

Alle eroine rivoluzionarie francesi.

Ai gabbiani.

Ai bordoni.

All “All you Can eat” giapponese che accetta i buoni pasto.

Ai buoni pasto.

Alle banane caramellate che ti dicono “Tanti auguri”.

Alla Ciociara.

Ai costumi monotaglia da alberi, angeli e…popolani.

Al magnamagna generale.

Al “purtroppo” Silvio che ci porta via dai cimiteri.

Ai Moderat e a Nina Simone.

Agli undici minuti di Ezio Bosso.

Alle frittate di patate e cipolla e alle tortillas (che poi sono la stessa cosa).

Al risotto con tanta, tanta, tanta…tanta cannella.

Ai Pakistani, al Tuodì e al loro ottimo vino.

All’ N1, N3, N10 e a tutti gli altri notturni che c’hanno riportato sani e salvi a casa a orari improponibili.

Al saluto al sole e ai sette tibetani.

Al caffè napoletano e la birra.

Ai rifornimenti da Nettuno.

Allo Yes Food e alla sua wifi.

Al Cristo morente di El Greco.

Al tè freddo della Signora.

Per ora è tutto ma la lista potrebbe continuare.

Dietro ad ognuno di questi momenti ci sono risate ed emozioni; ma soprattutto ci sono storie che voglio lasciare alla vostra immaginazione. Storie che si aggiungono e si intrecciano con quelle delle Mille e una notte e che finiranno inevitabilmente sul palco assieme a noi. Perché parte di noi.

Questo post è stato scritto dall’attore Matteo Tanganelli

Matteo TanganelliMatteo Tanganelli (Genova, 1987) vive a Siena da oltre vent’anni, dopo il diploma scientifico si iscrive al Corso di Scienze dei Beni Storico-Artistici, cinematografici e teatrali presso l’Università degli Studi di Siena, laureandosi in Teatro nel 2014. Inizia a recitare molto giovane, prendendo parte ad alcuni spettacoli amatoriali e, nel 2011, si iscrive al Centro di formazione per la pratica della scena “Laboratorio Nove” di Sesto Fiorentino.
L’anno dopo entra a far parte della Compagnia AttoDue, con la quale mette in scena diversi spettacoli di ricerca per la regia di Simona Arrighi, Sandra Garuglieri e Silvano Panichi. Con la Compagnia Krypton mette in scena “Canti Orfici” per la regia di Giancarlo Cauteruccio. Nel 2015, prende parte al Progetto Europeo “Nostoi – Histoires de retours et d’exodes” in Italia e in Tunisia, sotto la direzione artistica di Michael Marmarinos e Kais Rostom.

Attualmente continua la sua formazione e ricerca artistica prendendo parte a stage e seminari teatrali.