Sono spazi restituiti alla popolazione, ex chiese, ex istituti con aule di ogni genere, laboratori di pittura, di informatica, letture per bambini, attività ricreative di ogni genere ed in molti casi una sala teatro a disposizione. Sono le “case della cultura” tunisine gestite dai direttori dei governatorati e dipendenti dal Ministero della cultura.
Tra Bizerte e Ariana oggi “I racconti di Fernando” e “Pulcinella Mon Amour” in scena in due “case” popolate di bambini e di genitori in festa per la pausa di primavera. Un contatto diretto con le scuole: dove finiscono le lezioni iniziano le attività nelle strutture di quartiere, tutte gratuite, aperte a tutti e ricche di programmazione in collaborazione con le associazioni del territorio.
Unica compagnia di un Paese europeo a partecipare al festival e ci ritroviamo ad ammirare quasi con invidia uno stato più povero, con un livello di istruzione più basso, con una situazione politica tragica per le opportunità che riesce a creare, gli spazi che riesce a sviluppare e vivere. Così aspettiamo il domani con l’incanto delle note dell’organetto “accerchiati” dai bambini e la meraviglia della nostra Zeza inaspettata e sorprendente.