Anche oggi carovana in movimento: Marco e Chiara ad ultimare il laboratorio sulla commedia dell’arte, Dora la costruzione dei burattini, Maurizio ed Antonio impegnati per la terza replica de “I Racconti di Fernando”, il pomeriggio tutti in scena con Pulcinella.
Altre due case della cultura, altri due quartieri/città, altri due spazi aperti a tutti, altre due sale teatrali. Non importa se nella periferia sperduta con i bambini che rovistano tra i rifiuti, nei quartieri più popolati o nel centro della città, uno spazio teatrale c’è sempre. Non importa se sgangherato, vecchio, con le sedie di legno e non le poltrone, con i fari arrugginiti ed i quadri elettrici approssimati qualcuno li ha pensati e costruiti capendone evidentemente il bisogno e la necessità.
Così, dopo la standing ovation per Pulcinella e le foto di rito al via con la “lezione” di zumba autogestita. Una cassa portata a spalla e si inizia per il tutto il pomeriggio. Sul pulmino Nhidal ci invita a cantare qualche “inno” italiano, ci fa sentire le canzoni tradizionali tunisine ed è subito festa. Un’energia invidiabile, una gioia a tratti inspiegabile, da parte sopratutto dei più giovani, che noi abbiamo perso insieme alla fierezza della propria identità.
Domani ultimo giorno e “Pulcinella Mon Amour” sarà lo spettacolo di chiusura di questa VIII Edizione del Festival.