“della deformità. dell’inaspettato.”

della deformità. dell'inaspettato.

Oggi il natale è arrivato prima. per l’uomo che traduceva. curvo sul vecchio computer. mentre noi, nei medesimi metri quadrati, parlavamo della deformità di riccardo III. sì, perché, a un certo punto, è entrato l’agente. scusate, ha detto a me. liberante, ha detto a lui. che ha subito smesso di digitare. che si è alzato. che l’ha guardato. parecchio perplesso. altrettanto felice. liberante, gli ha ripetuto l’agente. sbrigati, ha aggiunto. lui ha esitato ancora. qualche istante. poi ci ha salutato tutti. in bocca al lupo, gli abbiamo detto. grazie, ha replicato. e quel grazie l’ha ripetuto almeno quattro o cinque volte. con gli occhi che piangevano. con la voce tagliata a metà. scusate ancora, mi ha detto l’agente. e se l’è portato via. e noi siamo rimasti lì. con parole alla lavagna. con sguardi ammutoliti. sono contento per lui. che fuori ha qualcuno che lo aspetta. ha detto quello che, nella lettura scenica, faceva riccardo. io rivedrò la luce nel 2017.