Ci sono più sedie che banchi. le tende blu. e garibaldi. lì, appeso alla porta. che scruta, ascolta, indulge.
siamo tanti nella biblioteca, oggi. stipati a lezione di teatro e creative writing.
ascoltiamo shakespeare con gli occhi chiusi. primo atto di fiducia della giornata. fiducia loro, nei miei confronti.
ascoltiamo di quel cesare pugnalato. e di quella parola scomoda chiamata “onore”. che rimbalza spesso oggi, tra queste mura stinte.
riapriamo gli occhi. cosa abbiamo sentito. questa è la mia domanda. alcuni occhi sono commossi.
una scossa al petto, dice qualcuno, per l’ingiustizia. non avrebbero dovuto pugnalarlo!
continuiamo ad esplorare. garibaldi è sempre lì. vigile. attento. uno di noi. come me. una di loro. perché non c’è più distinzione varcando quella porta. lì dentro, dietro quelle sbarre, siamo un’unica entità. che legge, commenta, gesticola, ascolta, si commuove, ipotizza, canta. siamo noi. non c’è più un io. né, dunque, c’è più un garibaldi.
ambizione, valore, onore. ecco la triade perfetta di questo sabato gelido. l’onore è la radice di tutto, declamano. così come l’ambizione che ti fa rialzare e ripartire. e il valore che o ce l’hai oppure niente.
garibaldi avrebbe approvato.
raccolgo le mie cose. stringo le mani. che poi è come abbracciare.
il nostro appuntamento fisso tornerà il prossimo sabato.
esco. ringraziando l’aria.