Limiti Milano: #limitimi

Limiti Milano #limitimi

Percorro i corridoi di San Vittore da quasi due anni. Ma ogni volta è come se fosse la prima. Perché limite, volendo parlare di questo, non è tanto quello fisico, la barriera che puoi trovare all’interno, quanto piuttosto quello tuo, quello mentale, quello che devi bypassare per indossare un’altra pelle per comprendere e comunicare, osmoticamente, senza frattura.

C’è un altro mondo lì dentro, nei Raggi. Non ci credevo mica, quando altri me lo raccontavano. Ma è vero, c’è un microcosmo gigantesco fatto di espressioni, silenzi, gesti, odori, rituali. Un metaluogo straordinario e affascinante.

Insegno teatro in uno dei numerosi Raggi della Casa Circondariale. Ad allievi uomini, diversi per età, etnia, lingua, cultura, approccio. Insegno nella frammentarietà e nel disagio di non ritrovare, la volta successiva, coloro con cui avevi condiviso letture, modi, tentativi, perché sono stati trasferiti, come prassi vuole. Ma la sfida, bellissima, è proprio questa. Ed è quella di riuscire a dire, nonostante il limite. E, anzi, riuscire a dire appropriandosi di quel limite come fosse un altro tipo di strumento. Più potente, perché più vero.