del chi siete. e del che cosa volete.

del chi siete. e del che cosa volete.

Il capocomico chiederà: chi sono lor signori? che cosa vogliono? e il padre, facendosi avanti, risponderà: siamo qua in cerca d’un autore. e, incalzato, dalla domanda: d’un autore? che autore?, egli chioserà: d’uno qualunque, signore. così inizierà il nostro percorso domani. nello spazio angusto e benedetto che ci viene concesso. riprendendo le fila da sillabe nuove. voltando pagina sugli sguardi spenti dalla condanna. e questa volta non potremo bypassare quei quattordici e sedici anni stampati e protocollati. e, anzi, dovremo fare in modo di ricondurli a un sentiero narrativo, a qualcosa che dia certezza al nostro abitare, ogni volta, quella stanza feroce di freddo. e allora partiremo dalla domanda del capocomico ignaro e cieco a ciò che accade. e dalla risposta del padre, determinato e consapevole della propria disperata condizione. e quindi ci addentreremo nella dicotomia surreale di due aspetti della medesima cosa. una dicotomia che non accetta osmosi. un incalzare che rifiuta ogni conciliazione. perché la quiete non concepisce l’affanno. perché la luce si guarda bene dal buio. perché il giudizio sceglie giuste distanze dal perdono. e, dunque, domani pirandello dovrà soccorrere, a suo insindacabile modo, la nostra fragile perplessità, sostenendo la nostra instancabile ostinazione a trovare, ogni volta, un senso che vada oltre ogni contingente e disperante sbarramento.