Nei mesi di Luglio e Agosto Carceri e Istituti di Pena si sono svuotati per la pausa estiva e possiamo fermarci per ripercorrere un anno di attività tese al reinserimento della persona reclusa. In un mondo ideale potrebbe andare così: il Carcere non sarebbe la pena preponderante e in pratica l’unica socialmente riconosciuta, ma ci sarebbero modi più utili e funzionali di distribuire la Giustizia. E chissà, i detenuti potrebbero tornare a casa, come gli studenti finito l’anno scolastico.
Invece in realtà le Carceri sono contenitori del disagio sociale e dei tipi più disparati di devianza, dove spesso le differenze si stratificano portando a un’esito diverso dalla riabilitazione e dal reinserimento: il degrado dell’individuo o la conferma e il perfezionamento delle carriere criminali.
Parlo di Carcere perché negli ultimi anni ho avuto modo di lavorarci intorno, e qualche volta dentro, con la compagnia Teatro dei Venti. A Modena la compagnia lavora negli Istituti Penitenziari dal 2006 con un’esperienza consolidata in diverse sezioni (custodia attenuata, sex offenders, minori, femminile) e con diversi progetti sviluppati.
Uno di quelli dall’impatto più forte è stato realizzato nel corso di Trasparenze Festival, con l’allestimento di due degli spettacoli in programma all’interno della Casa Circondariale di Modena per un pubblico di detenuti e liberi cittadini. I due spettacoli, andati in scena il 7 e l’8 maggio 2015, sono “Stasera sono in vena” di Oscar De Summa, e “Ulisse – indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” della compagnia Scenica Frammenti.
I lunghi tempi di autorizzazione da parte del Magistrato, le pratiche di riconoscimento davanti ai cancelli del Carcere, i corridoi estesi e intricati, le tante porte di sicurezza da aprire e chiudere alle spalle: il pubblico ha fatto un’esperienza che difficilmente dimenticherà.
Per qualche ora la frattura tra dentro e fuori, tra società “sana” e società “malata”, si è saldata, mettendo insieme una platea attenta e attiva.
Le due giornate all’interno della Casa Circondariale di Modena hanno segnato decisamente il programma del Festival, tanto che si cercherà di rendere stabile questa proposta. E allora viene spontaneo chiedersi perché non succede in tutte le stagioni dei nostri Teatri.
Proveremo a diffondere questa domanda e a documentare come si consolida la pratica del Teatro in Carcere, che è Teatro inserito nei luoghi del contemporaneo.
Aspettiamo settembre per tornare in Carcere, col Teatro dei Venti e iniziare una nuova stagione di lavoro all’interno e con l’esterno. Per continuare a mettere in comunicazione due parti del corpo sociale che non sono così distanti l’una dall’altra, ma che risultano separate, a volte in modo tragico.
Link utili: Trasparenze 2014-2015 su Storify